Tariffe maggiorate, il Consiglio di Stato dà ragione ai laboratori privati convenzionati della Sicilia. Miraglia (Federbiologi): “E’ la fine di un incubo, basta contenziosi”

“Dopo 14 anni di battaglie giudiziarie, arriva l’altolà alla restituzione dei soldi che i laboratori di analisi convenzionati della Sicilia avrebbero dovuto versare alla Regione per le tariffe ‘maggiorate’ incassate tra l’1 gennaio del 2007 e il 31 maggio del 2013. Importi che variavano tra i 100 e i 200 mila euro per le piccole strutture e fino ad oltre un milione per quelle più grandi”. Lo dichiara, in una nota, il dott. Pietro Miraglia, segretario regionale di Federbiologi, l’organizzazione sindacale dei biologi titolari di laboratori di analisi (sia in forma singola che associata) che, solo in Sicilia, vanta 150 strutture associate. In buona sostanza, prosegue Miraglia, che è anche vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi: “in virtù del decreto n. 170/2013, l’Assessorato regionale alla Salute e le Aziende Sanitarie provinciali siciliane, pretendevano la restituzione di circa il 40% delle somme incassate dai laboratori, applicando, retroattivamente, il tariffario Bindi-Turco-Lagalla, non recepito sull’Isola dove si era continuato a rimborsare i centri di analisi sulla scorta del tariffario regionale”. Ebbene, aggiunge ancora il presidente di Federbiologi: “con sentenza depositata lo scorso 24 giugno, il Consiglio di Stato ha dato ragione al ricorso proposto dagli avvocati Paolo e Nunziatina Starvaggi, i quali, a tutela di Federbiologi ma anche di tutte quante le altre strutture sanitarie coinvolte, chiedevano lo stop alla restituzione di quegli importi”. Per Miraglia: “la sentenza stabilisce che il tariffario Bindi ed il relativo sconto, stante il carattere “transitorio” dell’articolo 1, comma 796, lettera o), contenuto nella legge finanziaria 2007, potevano essere applicati retroattivamente ed in maniera legittima, solo per il triennio 2007/2009 e sempre che fosse intervenuta la proroga degli effetti della finanziaria, in realtà intervenuta solo con il decreto legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito in L. 28 febbraio 2008, n. 31, per l’anno 2008. La Regione, invece, aveva disposto l’adozione dei recuperi anche per il periodo successivo, vale a dire fino al 31 maggio 2013, ovvero ben oltre il periodo di efficacia delle misure contenute nella finanziaria del 2007. Da qui, dunque, la dichiarata ‘invalidità’ di quel provvedimento con la conseguenza, tra l’altro, che eventuali crediti relativi ai recuperi per le annualità 2007-2008 risultavano già ampiamente compensati dai crediti delle strutture sanitarie per gli indebiti recuperi effettuati e per gli sconti applicati nelle annualità successive”. “L’esito della sentenza assume una portata ‘epocale’ per il risultato ottenuto, anche per il peso di tantissimi precedenti negativi dei Tribunali Amministrativa e del CGA” commenta ancora il presidente di Federbiologi annunciando “la fine di un incubo”. “Nei prossimi giorni chiederemo un incontro in Assessorato per gli approfondimenti del caso, nell’auspicio che le indicazioni del Consiglio di Stato possano essere prontamente recepite dalla Regione e rappresentare l’occasione per discutere di problematiche prioritarie che meritano di essere affrontate e risolte provando a fare a meno di contenziosi che spesso si rilevano incerti ed estenuanti” conclude Miraglia.