Nuovo tariffario, relazione dell’attività stragiudiziale espletata in nome e per conto delle associazioni di categoria dei laboratori di analisi

Di seguito, pubblichiamo la relazione dello studio legale Starvaggi con la quale si fa il punto sull’attività stragiudiziale espletata in nome e per conto delle associazioni dei laboratori di analisi (Anisap Sicilia, Federbiologi SnabilpSicilia, Asilab, Federlab Sicilia e Laisan), contro la proposta del nuovo nomenclatore tariffario elaborata dal Ministero della Salute senza “la previa partecipazione, ai lavori, delle associazioni e degli Ordini di categoria”. “Un tariffario che, se adottato, porterà inevitabilmente alla distruzione l’intero comparto della patologia clinica” ci aveva tenuto a spiegare, non più tardi di due settimane fa, il dott. Pietro Miraglia, vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi e segretario regionale, per la Sicilia, di Federbiologi.

LE RICHIESTE ALLE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI
Con tale atto stragiudiziale, risalente al 20 dicembre 2021 e notificato il 22 dicembre 2021, è stato chiesto alle amministrazioni competenti di conoscere lo stato dell’arte del procedimento relativo, appunto, all’adozione del “nuovo tariffario”; i tempi di definizione ed il responsabile del procedimento; di avere copia dell’istruttoria compiuta e della corrispondenza intercorsa con le parti in causa (e con le Regioni) e, infine, di una bozza del “nuovo tariffario”.

L’APPELLO ALL’ASSESSORATO REGIONALE ALLA SALUTE
In particolare, è stato anche chiesto all’assessorato regionale alla Salute della Sicilia di poter essere messi al corrente dell’attività prodotta nel procedimento e della corrispondenza intercorsa con il Ministero della Salute. Nell’atto stragiudiziale, inoltre, è stato anche “rammentato come il Ministero stesso sia tenuto ad un’adeguata istruttoria, all’obbligo di motivazione ed a far partecipare al procedimento i soggetti interessati”, mentre l’Assessorato Regionale, è sollecitato a “rappresentare e fare valere le peculiarità delle materie e le esigenze degli operatori nella regione isolana”.

NUOVO TARIFFARIO: MINISTERO DIFFIDATO
L’avvocato Starvaggi ha anche “diffidato il Ministero della Salute dal procedere alla pubblicazione del nuovo tariffario senza il necessario coinvolgimento delle associazioni e degli Ordini di categoria” chiamate a “rappresentare gli interessi e le esigenze” di quelli che poi, fino a prova contraria, sarebbero i “destinatari del provvedimento finale”.

LE DIFFICOLTA’ DEI LABORATORI DI ANALISI
L’atto stragiudiziale, si legge ancora nella relazione, è stato “reiterato anche al fine di rappresentare le gravi difficoltà in cui si dibattono “i laboratori di analisi“, i quali, in quanto “concessionari di un pubblico servizio, continuano ad erogare le prestazioni sanitarie richieste dai cittadini, senza però ricevere l’integrale pagamento delle prestazioni” operando, pertanto, in “situazione di grave difficoltà ed incertezza sul futuro del settore“.

IL PREZZO ALTISSIMO PAGATO DAI LABORATORI
“Nella corrispondenza intercorsa – spiega ancora la relazione dell’avvocato Starvaggi – è stato evidenziato, tra l’altro, come nel corso della pandemia” i laboratori abbiano “pagato un prezzo altissimo, anche con i propri morti, per fronteggiare l’emergenza sanitaria e sopperire alle gravi carenze della sanità pubblica” e che “la proposta finale di nomenclatore tariffario elaborata dal Ministero”, appaia “altamente lesiva, oltre che della posizione dei laboratori”, anche “del diritto” stesso “alla salute del cittadino”.

TENTATIVO DI DISTORSIONE DEL LIBERO MERCATO?
Insomma, dito puntato contro un tariffario che sembra prospettarsi come “la sintesi di un tentativo di distorsione del libero mercato e della concorrenza pubblico-privato, prefigurando l’annientamento della concorrenza privata a solo vantaggio delle strutture pubbliche e, possibilmente, di gruppi interessati ad accaparrassi l’aggregato destinato alla piccola sanità privata, e ciò in spregio della tutela della salute dei cittadini, nonché di ogni regola di concorrenza”.

RICORSI ANCHE A GARANTE E PROCURA
Trattandosi di un atto finanziario, i cui risvolti si attestano nell’ordine di circa un miliardo di euro, “l’iter che ha portato alla proposta del nuovo nomenclatore tariffario – spiega l’avvocato Starvaggi – ha imposto di investire della questione anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la Procura della Repubblica di Roma, per gli accertamenti di competenza”.

RISCONTRABILI IPOTESI DI REATO
In particolare, viene ancora sottolineato nell’atto: “nella segnalazione alla Procura è stata evidenziata la possibilità che nell’iter seguito per l’adozione del ‘Nuovo Tariffario’, possano addirittura essere riscontrate ipotesi di reato e, precisamente, l’abuso d’ufficio (di cui all’art. 323 c.p.), l’omissione di atti d’ufficio (di cui all’art. 328 c.p.) e l’aggiotaggio (di cui all’art. 501 c.p.)”.

BARRICATE CONTRO IL NUOVO TARIFFARIO
In buona sostanza, nell’interesse dei laboratori di analisi, le associazioni di categoria stanno erigendo “barricate contro il ministero“, per impedire l’adozione di un “dispositivo” che “opera un taglio ulteriore che si aggira, nella media ponderata, intorno al 50-60% dei valori del vecchio tariffario Balduzzi, risalente al 2012 (ben 10 anni fa, dunque), definito ’emergenziale’, che ha superato il vaglio dei ricorsi al giudice amministrativo, con la motivazione della natura transitoria dello stesso”.

LE RICADUTE SUL SETTORE PUBBLICO E PRIVATO
“Le conseguenze del nomenclatore tariffario e delle nuove tariffe – si legge ancora nella relazione del legale – investiranno certamente il settore pubblico, che si vedrà costretto ad operare i più svariati tagli sulle attività prestazionali diverse dal laboratorio (settore maggiormente colpito) per contenere l’inevitabile deficit di bilancio, che sarà coperto sempre con fondi pubblici non potendosi procedere alla chiusura degli ambulatori pubblici. Ma anche e soprattutto il settore privato, per il quale la situazione sarebbe ancora più drammatica.

INCUBO EMERGENZA OCCUPAZIONALE
Si prospettano, infatti: tagli di personale, e dunque emergenza occupazionale ridimensionamento, fino alla sicura conseguenza che le strutture accreditate (e contrattualizzate) si ritroverebbero costrette a scegliere di operare solo per il privato pagante per evitare di fallire, con consequenziale ripercussione sulla tutela della salute dei cittadini. Viene ricordato, a tal riguardo, come le strutture accreditate eroghino da sole circa il 40% delle prestazioni del S.S.N., giungendo, in talune regioni, addirittura sino all’80%”. Cifre importanti dietro le quali si nasconde un’amara verità: in caso di collasso del privato, inevitabilmente “tali prestazioni ricadrebbero” interamente “sul comparto pubblico, impreparato a tale impatto”.

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA SNOBBATE
Il Ministero, è la tesi dei laboratori di analisi (espletata nell’atto stragiudiziale): “ha ritenuto di potere procedere senza tenere in alcuna considerazione la posizione e la richiesta di partecipazione delle associazioni di categoria, in spregio alla normativa in materia e confezionando un tariffario privo di qualsiasi collegamento con realtà”.

LA BATTAGLIA LEGALE CONTINUA
Pertanto, viene ribadito ancora: “è necessario continuare a lottare stenuamente, come è stato fatto finora, al fine di provare a porre rimedio ad un atto che si profila altamente lesivo dei diritti costituzionalmente e comunitariamente garantiti, degli operatori privati e dei cittadini, reiterando la richiesta di partecipare al procedimento e di proseguire con ad un’adeguata istruttoria volta alla definizione di un tariffario in linea con la normativa e la giurisprudenza in materia, nonché rivolgendoci nuovamente alla Procura della Repubblica di Roma ed all’autorità Garante per la Concorrenza”. Insomma: la battaglia legale continua.

Attività stragiudiziale: la relazione dello studio legale Starvaggi